L’approssimarsi della fine dell’attuale consiliatura mi induce a fare un bilancio di ciò che è stato fatto e di quanto resta da fare.
Sono stati tre anni complessi, già inizialmente travagliati dal non facile compito di sostituire una presidenza storica, importante e molto presente nella vita e nell’organizzazione del consiglio, fin da subito segnati dall’insorgere della pandemia con tutte le difficoltà e i problemi collegati, non bastasse si sono aggiunti la guerra in Ucraina e la miriade di problemi provocati dalla digitalizzazione e dematerializzazione delle bolle doganali di importazione.
La scelta del consiglio, peraltro abbastanza ovvia ed attesa, di affidare ad Enrico Perticone la presidenza si è rivelata vincente ed ha molto contribuito a superare i numerosi scogli di questa difficile navigazione.
Com’è ovvio che sia le scelte del consiglio sono collegiali e meriti e demeriti vanno equamente condivisi: tuttavia è innegabile che la figura del Presidente ha un notevole impatto e il cambiamento, condivisibile o meno, credo sia stato da tutti chiaramente notato nelle riorganizzazioni delle collaborazioni e dell’ufficio, nei rapporti con il territorio e con le associazioni di categoria, nella collegialità dell’attività consiliare, nelle iniziative attivate, ma credo sia giusto che sia Enrico stesso ad illustrare l’attività del consiglio durante la sua presidenza.
Purtroppo Enrico ha dovuto lasciare l’incarico, confermando fortunatamente la sua importante presenza in consiglio, e i colleghi hanno deciso di affidare a me il compito di portare a termine la consiliatura. E’ stato un onore inaspettato e certamente non ricercato, indubbiamente gratificante, ma anche fonte di ansia e di preoccupazione perché mi sono chiesto e continuo a chiedermi se sono all’altezza di questo compito.
Comunque grazie all’indispensabile aiuto di tutti i consiglieri abbiamo proseguito quanto iniziato da Enrico, consolidato i rapporti con le associazioni, completato la stesura della legge professionale, intensificato gli incontri con i consigli territoriali; stiamo portando a termine la possibilità per tutti gli iscritti a dialogare con il consiglio e valutando la possibilità di istituire dei corsi formativi particolarmente approfonditi e soprattutto avviato unitamente alle associazioni un interessante percorso con ADM, per ottenere attività alternative che, oltre a offrire ulteriori possibilità economiche, servano a distinguere e qualificare la figura del doganalista dagli altri operatori doganali.
La sostituzione del Direttore centrale porterà, inevitabilmente, ad un rallentamento di questo percorso, ma siamo fiduciosi che la validità delle proposte in corso sia riconosciuta dalla nuova direzione.
Resta comunque molto da fare e il prossimo consiglio non potrà certo riposare sugli allori, ma quanto meno possiamo avere la soddisfazione di aver costruito una solida base su cui proseguire la costruzione del futuro della professione.