La legge sui “dual use” (beni a duplice uso) non è considerata sufficiente per diverse ragioni, legate principalmente alla complessità della tecnologia e ai rischi di sicurezza. Ecco alcuni motivi:

  • Evoluzione tecnologica rapida: Le tecnologie avanzano molto velocemente, rendendo difficile per le leggi stare al passo. Molti beni e tecnologie dual use possono diventare obsoleti o rientrare in nuove categorie, e la legge spesso fatica a regolamentarli in modo tempestivo.
  • Ambiguità delle definizioni: I beni a duplice uso sono prodotti, tecnologie o software che possono essere utilizzati sia per scopi civili che militari. Tuttavia, la distinzione tra uso civile e militare non è sempre chiara, rendendo complicata la loro regolamentazione.
  • Applicazione internazionale disomogenea: Non tutti i paesi applicano le stesse regole e controlli sui beni dual use, il che crea lacune e opportunità di traffico illegale o esportazioni non controllate verso paesi con minori restrizioni.
  • Difficoltà di monitoraggio: Anche quando esiste una regolamentazione, monitorare l’uso effettivo dei beni dual use è difficile. Le tecnologie digitali, ad esempio, possono essere trasferite facilmente e rapidamente senza lasciare tracce evidenti.
  • Uso da parte di attori non statali: Le leggi sul dual use sono pensate principalmente per prevenire l’esportazione verso governi ostili. Tuttavia, gruppi terroristici o criminali possono utilizzare beni dual use, complicando ulteriormente il controllo, dato che non sono soggetti a sanzioni statali tradizionali.
  • Interessi economici: Molte aziende che producono beni dual use sono attori economici globali con forti interessi finanziari. Le regolamentazioni troppo rigide potrebbero danneggiare l’economia, creando una tensione tra sicurezza e competitività economica.

Queste sfide fanno sì che la legge sui dual use, pur essendo importante, non sia sempre in grado di garantire un controllo completo e adeguato sui rischi legati all’uso improprio di determinate tecnologie.
Beni a duplice uso: si tratta di prodotti, tecnologie e servizi che possono essere impiegati in ambito civile, ma possono avere anche applicazioni in campo militare come la produzione di armi, la sorveglianza e attività legate alla difesa.

alcuni esempi:

  • tecnologie ella informazione e della comunicazione, software di crittografia, sistemi di telecomunicazione;
  • sostanze chimiche che possono essere usati come pesticidi ma anche come agenti chimici in guerra;
  • biotecnologie utilizzate per cure mediche, ma anche armi biologiche;
  • fibre di carbonio e materiali utilizzati per costruzioni civili o aerospaziali ma anche per produrre missili;

Adempimenti che coinvolgono gli operatori attivi negli scambi internazionali che sono obbligati a verificare attentamente l’eventuale ricomprensione dei prodotti movimentati tra quelli individuati dalla normativa europea di riferimento per le esportazioni a duplice uso, al fine di evitare le gravose sanzioni qualora siano riscontrate violazioni.

Le autorizzazioni sono modulabili: globali per le aziende di notoria affidabilità ovvero rilasciate sulla base di una singola richiesta. L’ente preposto al rilascio delle predette autorizzazioni risulta essere L’UAMA Autorità nazionale – UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale  che regola l’esportazione ed importazione di materiali d’armamento in forza della Legge 9 luglio 1990, n.185 “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”. La normativa è stata modificata dal Decreto legislativo 22 giugno 2012, n.105 per consentire il recepimento della “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2009/43/CE del 6 maggio 2009, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all’interno delle Comunità dei prodotti per la difesa”. La L.185/90 e ss.mm. è stata quindi integrata dal Regolamento di attuazione – D.M. 7 gennaio 2013, n.19. Nel 2012 è stata istituita l’Autorità nazionale – UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento), chiamata a garantire l’applicazione della normativa italiana, integrata da quella europea ed internazionale.

Regolamentazione – Regolamento UE n. 2021/821 del 20.05.2021

La UE con il regolamento 2021/821 ha implementato i controlli sulle esportazioni di beni a duplice uso che obbliga le aziende a chiedere le autorizzazioni per l’esportazione di certi beni e tecnologie

quasi tutti i paesi** hanno regolamentazioni sui prodotti **dual use**, ossia beni, software e tecnologie che possono avere sia usi civili che militari. Queste regole servono a garantire che tali prodotti non vengano utilizzati per scopi militari non autorizzati, come la proliferazione di armi di distruzione di massa o altre applicazioni belliche. Le normative sui prodotti dual use sono particolarmente rilevanti nel contesto di esportazioni e commercio internazionale, e variano da paese a paese in base alla legislazione nazionale e agli impegni internazionali.

In merito alla normativa in vigore in altri paesi si segnala:

Stati Uniti:
Gli Stati Uniti regolano i prodotti dual use attraverso il **Export Administration Regulations (EAR)**, gestito dal **Bureau of Industry and Security (BIS)** del Dipartimento del Commercio.
La normativa EAR classifica i beni dual use e richiede licenze per la loro esportazione in base alla natura del bene, al paese di destinazione e all’uso finale.
I prodotti che potrebbero contribuire alla proliferazione di armi di distruzione di massa o essere usati per scopi militari sono soggetti a particolari restrizioni.

Cina:
Anche la Cina ha un sistema di controllo delle esportazioni per i beni dual use, recentemente aggiornato con la **Legge sul controllo delle esportazioni** entrata in vigore nel 2020.
Questa legge stabilisce controlli severi su determinati beni, con particolare attenzione alle tecnologie sensibili (es. intelligenza artificiale, tecnologia nucleare, ecc.).
Come altre grandi potenze, la Cina fa parte di vari regimi internazionali di controllo delle esportazioni e collabora per evitare la proliferazione di armi.

Russia:
La Russia ha un sistema di controllo delle esportazioni simile, in cui il **Servizio Federale per il Controllo Tecnico e delle Esportazioni** gestisce le licenze per i beni dual use.
In base alla normativa russa, le esportazioni di prodotti sensibili, come tecnologia nucleare, aerospaziale e chimica, richiedono licenze specifiche e sono strettamente monitorate.

Altri paesi:
Molti altri paesi, come **India, Giappone, Corea del Sud, Canada, Australia**, hanno legislazioni simili che regolano l’esportazione di beni dual use. Questi paesi si allineano ai principali accordi internazionali di controllo delle esportazioni per garantire che le loro normative siano compatibili con le pratiche globali.

Gruppo di Wassenaar (Wassenaar Arrangement): Si occupa del controllo delle esportazioni di armi convenzionali e prodotti dual use legati alla tecnologia militare.

Regime di Controllo della Tecnologia Missilistica (MTCR): Un accordo volontario tra paesi per prevenire la proliferazione di tecnologie che possono essere usate per costruire missili con capacità di trasporto di armi di distruzione di massa.

Gruppo dei Fornitori Nucleari (NSG): Si concentra sul controllo delle esportazioni di materiali e tecnologie nucleari.

Australia Group: Un’iniziativa multilaterale che controlla l’esportazione di materiali e tecnologie che potrebbero essere utilizzati nella produzione di armi chimiche e biologiche.

Segretario Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali
Settori di competenza: esperto in problematiche doganali e intracomunitarie