C: L’Harmonized Commodity Description and Coding System, più correntemente conosciuto come Sistema Armonizzato, rappresenta, grazie alla sua natura versatile e multiforme, il vero “linguaggio del commercio internazionale” ed un performante strumento di controllo statistico condiviso da 211 economie. Per riflettere le esigenze del mercato in costante mutamento, il progresso scientifico ed i nuovi trend, il WCO procede con cadenza regolare (ad oggi quinquennale) alla revisione del S.A. che è ora giunto alla sua settima edizione. Le principali novità 2022 riguardano l’inserimento di codici che consentono un monitoraggio accurato di nuovi flussi commerciali e, contemporaneamente, integrano problematiche sociali ed ambientali di interesse globale (pensiamo ad esempio ai rifiuti elettronici) ed innovazioni in campo tecnologico (droni, smartphones, stampanti 3D) e medico (placebo e kit diagnostici). Il tutto senza tralasciare un po’ di sano divertimento grazie alle nuove sottovoci dedicate ad autoscontri, giostre acquatiche e cinema dinamici e quelle destinate alle opere d’arte.
S: Non dobbiamo, tuttavia, dimenticare che esiste sempre un rovescio della medaglia e tanto interessanti sono le speculazioni sui nuovi traffici quanto le considerazioni che si possono trarre analizzando le voci che vengono via via rimosse. L’edizione SA2017 ha detto addio alle “macchine da scrivere” della 84.69 con buona pace dei nostalgici, mentre il 1° gennaio 2022 è stato fatale a “cadmio e suoi lavori” della 81.07. Ma quali sono, dunque, le ragioni che conducono alla rimozione di alcune voci e sottovoci? E, ancora, cosa accade ai codici “vuoti”? Le risposte a questi curiosi interrogativi si intrecciano e trovano un fondamento comune nell’architettura del S.A. e nella storica necessità di mantenerne stabile la struttura nel tempo.
C: La discussione ebbe inizio nel 1991 all’interno del Consiglio di Cooperazione Doganale quando un Delegato del GATT evidenziò le problematiche generate dal processo altalenante di introduzione di nuovi codici, in occasione di incrementi di traffico, e la contemporanea rimozione di determinati beni se oggetto di scambi commerciali inferiori a 50 milioni di dollari. Contestualmente, il Segretariato contestò al Comitato la decisione di non voler in alcun modo riutilizzare i codici eliminati se non in circostanze particolari, lasciando scarso margine di azione all’interno di una struttura rigida come quella del S.A. Al termine di una lunga e complessa discussione venne chiarito che, nel passaggio tra le varie edizioni:
– per facilitare la transizione sarebbe stato utile creare delle Tavole di Trasposizione per esplicitare il collegamento tra nuovi e vecchi codici;
– i codici vuoti avrebbero potuto essere riutilizzati, in caso di necessità, non prima di 12 anni dalla loro cancellazione;
– se a seguito del processo di “ristrutturazione” e “ri-numerazione” l’ambito di una specifica sottovoce fosse mutato allora anche il code number avrebbe dovuto variare allo scopo di evitare fraintendimenti e bisticci statistici.
S: Le Tavole di Trasposizione nascono, dunque, da una necessità pratica ed operativa, non hanno valore legale, non possiedono il rango dei Pareri di Classifica e costituiscono semplicemente una sorta di Guida per agevolare l’implementazione delle nuove edizioni del S.A. ed uno strumento fondamentale per la realizzazione delle nuove tariffe nazionali, la modifica di nomenclature internazionali e la predisposizione di eventuali negoziazioni in ambito GATT. Esse forniscono, tuttavia, indirettamente una serie di informazioni curiose e ci consentono di monitorare la storia e l’evoluzione delle voci e di verificare quali codici abbiano subito variazioni, se ne siano stati introdotti di nuovi o se altri abbiano avuto meno fortuna e siano stati cancellati. E così si scopre che il 2007 è stato un anno funesto per le fisarmoniche, le molle di rame, per le barre e profilati di piombo e le lamiere di stagno, tutte voci rimosse a causa del decremento dei flussi commerciali e tutte, attualmente, vuote. Però compare l’aspirapolvere…
C: Una singolarità, vediamo perchè…in occasione dell’introduzione del S.A. edizione 2002 viene eliminata la voce 85.08 – “Utensili elettromeccanici con motore elettrico incorporato, per l’impiego a mano” (foratrici, seghe, smerigliatrici, piallatrici e loro parti); il mondo è quello delle Preferenze SPG con dazio 0% dalla Cina, dell’IVA al 20%, della Lira che cede il passo all’Euro. Nel SA2007, tuttavia, la 85.08 ricompare, inaspettata, con la nuova descrizione “Aspirapolvere”; un semplice oggetto domestico che noi definiamo letteralmente in base alla funzione a differenza degli anglosassoni, che ne esaltano le modalità di funzionamento (“vacuum cleaner” – la pompa genera un “vuoto” che aspira). L’epifania dell’aspirapolvere manda in crisi la seconda regola relativa alle tempistiche per il reimpiego di un codice (12 anni). Ma lo fa introducendo una serie tutta nuova di sottovoci mai utilizzate prima e forse questo costituisce una valida scusante ed il presupposto per l’eccezione.
S: Anche l’edizione 2022 del S.A. recupera due codici già utilizzati in passato: 84.85 e 85.24, entrambi cancellati nel 2007. La voce 85.24 descrive i “moduli di visualizzazione a schermo piatto” garantendo, finalmente, la possibilità di identificarli come prodotti finiti indipendentemente dal loro utilizzo, mentre la 84.85 introduce all’interno del sistema un’importantissima e discussa novità, la Stampante 3D.
“Viviamo in un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici che hanno la possibilità di alterare profondamente il commercio internazionale”, con queste parole Ngozi Okonjo-Iweala, Direttore Generale del WTO, apre un recente ed innovativo Studio sulle cosiddette Disruptive Technologies, le tecnologie che rivoluzioneranno il mondo per come lo conosciamo: blockchain, Internet delle Cose, Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale, Droni (anch’essi nuovo acquisto del SA2022 alla voce 88.06) ed infine Stampa 3D. Tutte realtà sfidanti, concrete ed emergenti con le quali confrontarsi e che aprono a scenari e possibilità illimitati. La Stampa 3D, o Fabbricazione Additiva, consente di creare oggetti solidi tridimensionali partendo da un file digitale grazie all’impiego di un macchinario e materie prime come plastica, gomma, metallo, ceramica, cemento, etc., il tutto comodamente anche dal salotto di casa. Una tecnologia che ha la forza e la capacità di sovvertire le modalità produttive, di scompaginare le supply chain, di capovolgere le relazioni commerciali ed il concetto stesso di imprenditorialità.
C: Era il 1983 quando l’Ingegnere statunitense Chuck Hall stampò la sua prima tazza grazie a fotopolimeri plastici; oggi la Stampa 3D ha acquisito un posto d’onore all’interno del S.A. grazie a questa sua natura sovversiva ed alla capacità di alterare e ridefinire nuovi flussi commerciali. L’impiego massivo di questa tecnologia produrrà, presumibilmente, uno slittamento verso catene di approvvigionamento più compatte e digitalizzate, bassi consumi energetici ed emissioni di CO2 riducendo anche la movimentazione fisica di prodotti finiti a vantaggio delle materie prime. Ed anche il ruolo dell’Autorità Doganale dovrà trasformarsi, focalizzandosi maggiormente sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale, la salute e la sicurezza pubbliche mentre il contesto legislativo internazionale sarà chiamato a gestire scambi sempre crescenti di file digitali per la Stampa 3D. Ben lontani dal poter determinare quali possano essere gli effetti a lungo termine molti studiosi hanno formulato previsioni contrastanti frutto dell’incertezza derivante dalla rapidità evolutiva di queste Disruptive Technologies.
S: Secondo una stima del 2017 dell’International Trade Analysis team di ING un quarto del commercio mondiale potrebbe essere decimato entro il 2060 se la metà della produzione manifatturiera venisse sostituita dalla Stampa 3D. Dati interessanti emergono anche da due Studi condotti tra il 2019 ed il 2020; secondo il McKinsey Global Institute il commercio fisico potrebbe subire un decremento dell’1-2% entro il 2030, mentre sulla base di un’analisi della Banca Mondiale il commercio di apparecchi acustici è aumentato del 58% quando la Stampa 3D ha iniziato a dominarne la produzione. Diversi approcci e differenti conclusioni ma un minimo comune denominatore: la preoccupazione per le implicazioni in ambiti complessi come quelli della eventuale futura Classificazione dei file digitali (se come beni o servizi), di possibili dazi sulle trasmissioni elettroniche per spingersi fino alla determinazione dell’Origine del bene. La Stampa 3D presuppone la creazione di un file “progetto”, di istruzioni per la stampa e di una materiale esecuzione; diventa, dunque, complesso determinare quale di questi step possa identificarsi come “trasformazione sostanziale”.
C: Conversare di “Classificazione” consente di spaziare da Codici di S.A. eliminati ad aspirapolveri che sovvertono regole, per spingersi fino alle nuove frontiere delle Disruptive Technologies. Nel 2013 Obama riconosceva alla Stampa 3D il “potenziale per poter rivoluzionare il modo in cui produciamo praticamente ogni cosa”, oggi la Fabbricazione Additiva è in grado di fornirci case, abiti ed accessori, cibo, parti di macchine ed astronavi, organi umani. E forse a breve anche una versione 3D de Il Doganalista.
C: Claudia Composta
S: Silvia Taroni